IL CONFRONTO: istinto, necessità o illusione?

© L’EDITORIALE – Tema del mese IL CONFRONTO

Carissimi redattori e amati lettori


Inizia l’estate, passa la primavera e muore l’inverno. Come in natura passano i cicli, anche nella nostra linea si chiude un piccolo circuito: dopo l’auspicio di Speranza e il consiglio di Costanza affrontando l’Ambiente, gli Obiettivi e i Dettagli, ho trovato una parola per misurare (idealmente) questi pensieri … il Confronto.

“Il Confronto è ciò che ci fa crescere” quante volte ho sentito queste parole.
C’è una curiosissima sovrapposizione di significati quando parliamo di crescita oggi come oggi.
Se crescere implica il cambiamento ottenuto o subito da una condizione di partenza, potremmo
tranquillamente affermare che il confronto porta a dei cambiamenti.
Ma è nel successivo step l’errore ontologico (dell’essere) che fanno passare come normale:
Siamo stati abituati all’idea che crescere significhi accettare un compromesso. Ciò non è sbagliato, il disagio di una situazione obbligata porta a farci credere che il confronto sia qualcosa di sgradevole, anche se normale, ma che alla fine ci priva delle nostre più piccole libertà di espressione.
Questo fastidio tocca qualcosa all’interno del processo nel confronto con l’altro, una situazione o difficoltà: il vincolo. Bene.
Sarebbe corretto dire “Il Confronto è ciò che ci fa cambiare, perché crescendo possiamo accettare dei compromessi sapendo che ci sono dei vincoli”.

Quello che vi propongo non è facile, scomoda la comodità di chiunque non voglia pensare, io per primo.
In tutti i ragionamenti che potremmo fare, sia umanistico-filosofici che scientifici, ho pensato al confronto
sotto tre lenti: l’istinto, la necessità e l’illusione.
Nessuno nega che i problemi vadano risolti, se così non fosse non avremmo evoluzione delle coscienze, si tratta solamente di riflettere su come siamo costantemente condizionati.

Partendo dall’istinto, esso accelera tipicamente chi ha in sé natura ardente per i propri obiettivi, ma attenzione non c’è solo confronto per prendere quello che si vuole ma anche per proteggere ciò che non vorremmo mai morisse. L’istinto di protezione lo hanno le genitrici femmine, le madri che in natura
generano trasponendo il valore della vita sui loro figli. Anche il maschile non ne è estraneo, esso per sua
indole protegge i suoi simili e fortifica il gruppo di appartenenza. Gli animali hanno istinti di sopravvivenza e conservazione, gli uomini invece, soprattutto oggi, argomentano, comunicano, trattano, più finemente parlamentano. Per quest’ultima parola si passa al confronto come necessità.

L’uomo è per natura un essere sociale, e chi vive escluso dalla comunità è malvagio o è superiore
all’uomo
”. Prendendo indegnamente Aristotele, si comprende come noi siamo esseri sociali:
tutto quello per cui ci adoperiamo è mirato all’accettazione della nostra figura per entrare in una cerchia di cui vorremmo far parte. Qui anche se il confronto propone dei compromessi, sono visti dagli interessati
come degli accettabili sacrifici da compiere per cambiare e ricoprire quel ruolo.
Una puntualizzazione: i ruoli, come le regole, sono ben accetti quando servono alla costruzione di una equa comunità, ma da condannare assolutamente quando intaccano la nostra libertà perché i privilegi degli uni si formano sulle mancanze di altri. Banalità direte, ma è condotta frequente questo tipo di privilegio. Le necessità, quando i bisogni primari sono soddisfatti, aprono teoricamente a peripezie dove un individuo, apprendendo delle capacità, costruisce le fondamenta della sua personalità.
È una necessita affermarsi, distinguersi, esprimersi, crescere, scegliere e cambiare.

Ma adesso, da un punto di vista storico, proprio rispettando la ciclicità di eventi che misurano gli anni in
lustri, secoli e millenni, finisce un’era. L’illusione è il più grande dei dolori, specialmente per chi ha compreso che adoperarsi seguendo regole che costruiscono privilegi per pochi, porterà all’accettazione di conseguenze irremovibili. Il confronto è un’illusione quando non accettiamo l’idea che alcune direttive non risolvono i problemi, ma ne creano altri. È un’illusione quando volutamente perseguiamo obiettivi politicamente corretti, perché pensare fuori dagli schemi è creduto pericoloso … mentre alcune volte salva la vita.

Ma la verità, è che il confronto è la più dolce delle illusioni, quando OGNUNO DI NOI, non persegue nel
proprio intimo il suo istinto e le sue necessità. Qui si scardina ancora una volta il concetto di Homo Homini Lupus (L’uomo è lupo per l’altro uomo) o il famoso detto romano Mors tua vita Mea (Morte tua vita mia), perché se ci liberassimo di ogni condizionamento e falso valore di appartenenza, capiremmo subito che il Confronto non serve tanto a ledersi quanto a interagire. La denigrazione e la derisione del prossimo vengono dalla paura, che a sua volta viene dal non sapere cosa vogliamo perché in fondo non sappiamo ancora bene chi siamo e cosa vogliamo.

Confrontarsi è l’ottimo ingrediente per crescere, ma volendo compromessi che siano accettabili sacrifici per arrivare a quel determinato livello, sapendo già a monte di aver rispettato il proprio istinto e le singolari necessità … così si ha rispetto di sé stessi. Non preoccupiamoci più di tanto delle differenze. Come affermavano i latini “Similia similibus curantur” (i simili si curino coi simili) in riferimento alla piacevolezza nel godere delle stesse frequenze.
In ultimo vi lascio solo un monito da approfondire che potrebbe anche adattarsi a ogni situazione:

MENTE DA ELEFANTE … mantieni la memoria
CUORE DI LEONE … allena mille modi per ogni meta
GUERRA PER MARTE … proteggi i tuoi sogni
PACE A VENERE … predisponi gli strumenti per la pace

Paolo Cavaleri

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